Matino
Puglia
Il comune di Matino, come centro occupato stabilmente, risale al 1099. Il borgo antico, che avvolge la chiesa matrice dedicata a San Giorgio Martire e il Palazzo Marchesale, ha mantenuto intatte le sue caratteristiche di centro rurale con vicoli e stradine praticabili solo a piedi. Il Palazzo Marchesale del Tufo, sorto su di un’antica opera fortificata, risale al XVI sec, al suo interno una quarantina, di stanze erette su cave scavate nel tufo, un giardino pensile, un’area verde attrezzata e delle splendide scuderie affrescate, è sede del Consiglio Comunale ed è usato come contenitore polifunzionale per mostre, eventi e manifestazioni culturali. Numerosi sono i luoghi di culto di interessante valore artistico: la Chiesa Matrice, dedicata a San Giorgio, di origine cinquecentesca, la Chiesa dell’Addolorata (XVIII sec), il convento dei Domenicani (XVI sec), la Chiesa del Rosario, con tele settecentesche, la Chiesa della Madonna del Carmine (XVII), l’Arco e la Chiesa della Pietà (XVII). Matino sorge su una collina, che apre la vista alla vasta distesa di uliveti e vigneti, sino ad arrivare con lo sguardo alla costa gallipolina. Sono presenti numerose grotte naturali, con ritrovamenti risalenti al neolitico (grotta di sant’Ermete). Il suo nome deriva da Matine, con cui i monaci Basiliani denominavano le alture. I popoli passati per il salento e per Matino (normanni, spagnoli, francesi) hanno influenzato l’architettura, il dialetto e le culture, fino al massimo splendore con i Borboni. Rilevanti: i cenobi di Santa Anastasia e di S’Eleuterio; la chiesa della Pietà (l620), con l’affresco dell’abside sul Trionfo della fede e i decori della sagrestia, la Chiesa dell’Addolorata (l 738) con l’affresco della Crocefissione, di Raffaele Pantaloni e le statue in cartapesta; l’Ex convento dei domenicani (l 500), con gli affreschi del chiostro; la Chiesa madre, del 1500 – rimaneggiata nel 1700 in stile tardo barocco; la chiesa del Crocefisso e della Madonna del Monte Carmelo. Nel Palazzo Marchesale c’è il museo Arte Contemporanea con la ricca collezione di opere di poesia visiva. Da ammirare le numerose abitazioni a corte, una fra tutte l’atrio te lu Persiu e i palazzi baronali, i frantoi ipogei tra i più numerosi e imponenti della Provincia di Lecce, quasi tutti in ottimo stato di conservazione e visitabili. Le edicole votive (affrescate, in bassorilievo su rame, in cartapesta) presenti su quasi tutte le facciate delle case del borgo antico e in tutti i trivi delle strade di campagna.