Novara
Piemonte
L’antica Novaria, di origine gallica, fu costituita in municipio da Cesare e divenne centro commerciale fiorente, sulla via da Milano a Vercelli, in epoca imperiale. Nel 4° secolo fu elevata a sede vescovile. Nel 10° secolo divenne capoluogo dell’omonima contea; nell’11° secolo vi si affermò il comune. Questo ricostruì la città distrutta dalle truppe dell’imperatore Enrico V e nel 1167 aderì alla Lega Lombarda. Al termine di lunghe lotte con Vercelli per il predominio nella Valsesia dovette sottomettersi ai Visconti. Seguì le sorti del ducato di Milano e l’alterna vicenda delle guerre tra Francesco I e Carlo V, restando infine in potere di quest’ultimo, che nel 1538 l’eresse in marchesato. Tornò poco dopo alla Spagna; nel 1714 passò all’Austria e con la pace di Vienna fu incorporata allo Stato dei Savoia. Ritornò nel 1814 ai Savoia. L’ultima battaglia che vede Novara protagonista è l’infelice scontro della Bicocca del 23 marzo 1849, che segnò la disfatta dell’esercito piemontese.
Novara è la seconda città più popolosa del Piemonte. Situata nella Pianura Padana, nell’area centro-occidentale compresa tra i fiumi Sesia e Ticino, la città, grazie alla sua posizione geografica, a soli 35 chilometri da Milano, rappresenta un importante crocevia del traffico commerciale, che ne ha favorito la connotazione di rilievo nell’ambito della logistica e dell’intermodalità. Novara viene definita una “capitale” al crocevia tra le metropoli, sempre più vicina a Milano, sempre più capoluogo del Piemonte Orientale.
A partire dal 2012 la popolazione ha iniziato una parabola discendente che continua tuttora; anche l’invecchiamento della popolazione è un fenomeno in crescita (la popolazione ultra65enne rappresenta il 23,2%, mentre la popolazione fino a 14 anni rappresenta il 12,9%). Dal 2006 al 2017 la percentuale di stranieri (comunitari ed extra-comunitari) sulla popolazione totale è passata dal 7,63% al 14,86%. All’intenso fenomeno migratorio si è aggiunto negli ultimi anni il tema delicatissimo dei minori stranieri in stato di abbandono.
A livello economico, il contesto odierno, dopo anni di crescita e benessere, è segnato da una percentuale di disoccupazione giovanile superiore alla media regionale e dalla percentuale regionale più alta di studenti in dispersione a bassa scolarità. La tenuta sociale è ancora garantita da un risparmio famigliare (tra i più significativi in Italia) e da una capacità produttiva che ha eccellenze di valore assoluto (settore chimico).