San Vito dei Normanni
Puglia
La zona dove oggi sorge San Vito dei Normanni, probabilmente, era popolata già nell’VIII secolo a. C. dai Messapi che, contemporaneamente alla fondazione di Roma, costruirono su una collina un villaggio di capanne. Appena due secoli dopo, sulla sommità della collina furono edificati un imponente edificio destinato al culto e due grandi strutture di recinzione alte più di 4 m.
San Vito dei Normanni, così come oggi la conosciamo, sarebbe sorta 1.500 anni dopo, ad opera di Boemondo d’Altavilla, figlio del normanno Roberto il Guiscardo, amante della caccia e della selvaggina che, proprio per tale passione, fece edificare una torre merlata in questo luogo così ricco di boschi.
Negli ultimi decenni la città di San Vito dei Normanni ha conosciuto un notevole sviluppo demografico e dei settori secondario e terziario. Accanto all’agricoltura, infatti, è soprattutto il turismo la vocazione principale di questo territorio: San Vito dei Normanni si fregia del titolo di Città concesso il 14 aprile 1994 con decreto del Presidente della Repubblica.
San Vito dei Normanni è una città dell’Alto Salento, in terra di Brindisi.
Immersa nel verde degli uliveti, dei vigenti e dei mandorleti, sorge a pochi chilometri dall’azzurro adriatico.
Il territorio comunale, prevalentemente pianeggiante, costituisce il cuore della provincia di Brindisi (San Vito dei Normanni è infatti ben collegata con la città-capoluogo e con tutti gli altri comuni limitrofi, a poca distanza anche dalla Valle d’Itria).
Inoltre, San Vito dista pochissimo dalla riserva naturale di Torre Guaceto, un’oasi sita in agro di Carovigno e dichiarata di interesse internazionale (sulla strada che collega la città alla riserva si possono osservare alcuni ulivi secolari, vere sculture vegetali).
San Vito dei Normanni riesce a sintetizzare le grandi tradizioni popolari tipiche di tutto il Salento con alcune caratteristiche peculiari che le sono proprie e che costituiscono degli unica nel panorama culturale: San Vito dei Normanni è la patria della celebre pizzica di San Vito e di tanta altra musica popolare che ha caratterizzato le feste, gli amori e i tragici riti del tarantismo noti in Puglia. Questa musica è stata insegnata per anni da artigiani e barbieri che, insieme ai migliori allievi, costituivano le cosiddette “squadre” che venivano richieste per le feste e nei riti del tarantismo sia a San Vito che nei paesi limitrofi.