Tusa
Sicilia
La fondazione di Tusa risale alla decadenza dell’antica città di Halaesa Arconidea le cui origini risalgono al IV° secolo a. C. In epoca feudale Tusa, per circa due sec. fu dominata dai Normanni che trasformarono il borgo in una fortezza costruendo un castello (del quale rimane un rudere) e diverse torri di avvistamento, trasformate successivamente in campanili e annessi alle chiese.
Negli ultimi decenni del IX secolo, la maggior parte della popolazione di Alesa Arconidea, sembra abbia abbandonato la città per spostarsi sul luogo dove oggi sorge Tusa, situata su una piattaforma rocciosa facilmente difendibile, dove forse sorgeva già un villaggio. L’abbandono di Alesa sembra sia avvenuto in seguito ad un terremoto, forse quello dell’856, e a questa data deve quindi essere attribuita la fondazione della città.
Tra il XVII e il XVIII sec. Tusa conobbe un periodo florido, durante il quale sono state edificate molte chiese; sono state impreziosite anche le abitazioni locali, con portali ed architravi in pietra arenaria.
Il territorio è attraversato dal torrente Tusa, che nasce sul colle del Contrasto (m.1107) che dopo 30 km sfocia nel mare Tirreno presso la frazione di Castel di Tusa.
La prima chiesa di Tusa fu probabilmente quella dedicata a San Nicola, che potrebbe essere stata anche la sede provvisoria del vescovo. La sede vescovile non venne ripristinata nella riorganizzazione ecclesiastica voluta dai Normanni. L’istituzione della sede vescovile venne richiesta nel Seicento, ma fu ottenuta invece da Nicosia e per protesta nella Chiesa Matrice, in quel momento in costruzione, non venne più realizzata la cupola prevista.
Sulla costa, presso la foce del fiume Tusa, si trovano i resti di un edificio che conserva pavimenti a mosaico in tessere bianche, nere e rosse, e strutture antiche, già visto nel Seicento da Tommaso Fazello e da lui interpretato come struttura termale. Sull’edificio si sono impiantate costruzioni più recenti (“Case Gravina”), ma la struttura potrebbe essere interpretata come quella citata nelle “tavole alesine” come elemento di confine tra i lotti del territorio alesino.
Nella contrada “Fruscio” un gruppo di sorgenti, conosciute con il nome di “Viviere”, presentano opere idriche di captazione delle acque che sono state riutilizzate per il moderno acquedotto di Tusa. Le strutture erano già state identificate da Tommaso Fazello, che vide inoltre le tracce di un acquedotto che convogliava le acque raccolte verso Alesa.
Nel 2017 il Comune di Tusa è stato premiato dalla FEE con la Bandiera Blu per le spiagge Lampare e Marina.