Andrea Chiricozzi
Gestione dei pazienti affetti da dermatite atopica in corso di pandemia COVID-19
Lo studio intitolato: “Gestione dei pazienti con dermatite atopica sottoposti a terapia sistemica durante la pandemia COVID-19 in Italia: dati dal registro DA-COVID-19”, è il frutto di una raccolta-dati che ha coinvolto 35 centridermatologici italiani.
L’obiettivo era quello di descrive la gestione delle terapie sistemiche durante la pandemia COVID-19 in pazienti con dermatite atopica da moderata a grave.
A causa della pandemia COVID-19 è stata necessaria una riorganizzazione dei servizi sanitari con visite ambulatoriali dermatologiche che sono state sostituite da consultazioni via web o telefono durante il periodo di chiusura nazionale che si è verificato in Italia dal 10 marzo 2020, fino al 4 maggio 2020. Pertanto, l’autovalutazione da parte dei pazienti della gravità di malattia, è stata utilizzata per monitorare la risposta al trattamento in questo periodo.
In particolare vi è stato un maggiore uso di consulenze web e telefoniche per la gestione delle condizioni dermatologiche immuno-mediate, come la dermatite atopica che nei casi moderati-gravi è comunemente trattata con agenti immunomodulanti/immunosoppressori sistemici o con la fototerapia.
L’effetto dei agenti immunomodulanti/immunosoppressivi sul decorso clinico del COVID-19 non è at- tualmente chiaro, e c’è la preoccupazione di un aumento del rischio di infezione nei pazienti atopici trattati con agenti sistemici, anche se la prosecuzione della terapia durante la pandemia è stata raccomandata da società scientifiche nazionali e internazionali. Nonostante tali raccomandazioni, gli agenti immunomodulanti/immunosoppressivi, come il metotrexato, il micofenolato, l’azatioprina e la ciclosporina, tendono ad essere ridotti nel dosaggio, identificando la dose efficace più bassa, ed evitando probabilmente una recrudescenza della malattia. Si considera, invece, la sospensione del farmaco quando sono presenti sintomi virali. Allo stesso modo, è stata raccomandata cautela nella prescrizione di corticosteroidi sistemici, dati i loro ampi effetti immunosoppressivi.
I risultati di tale studio si basano su una popolazione totale di 1831 pazienti che nella maggior parte dei casi era in trattamento con terapia biotecnologica rappresentata da dupilumab (86,1% dei casi), prescritta come monoterapia o in combinazione con altri agenti sistemici. Una piccola percentuale di pazienti atopici (13,9%) è stata trattata esclusivamente con terapie sistemiche convenzionali, compresa la fototerapia.
Abbiamo rilevato un miglioramento significativo della gravità di malattia nei pazienti che continuavano o interrompevano la terapia, anche se i livelli più alti di risposta sono stati osservati nei pazienti che continuavano la terapia.
Dupilumab è stato interrotto meno frequentemente rispetto agli immunosoppressori sistemici o della fototerapia.
Nella maggior parte dei casi l’interruzione del trattamento è stata determinata dalla decisione del paziente.
La paura di una maggiore suscettibilità all’infezione da SARS-CoV2 è stata una delle cause più comuni di interruzione del trattamento, anche se l’infezione da SARS-CoV2 si è verificata solo in 16 pazienti (0,9%). Nel complesso, questo lavoro rappresenta il primo studio su larga scala che fornisce dati relativi alla gestione terapeutica della dermatite atopica durante la pandemia COVID-19.
I nostri risultati suggeriscono che il trattamento continuo con immunomodulanti/immunosoppressori sistemici, in particolare dupilumab, hanno mantenuto la loro efficacia ed il loro profilo di sicurezza favorevole durante la pandemia COVID-19. Questa constatazione rafforza le raccomandazioni emesse dalle società scientifiche nazionali e internazionali che, all’inizio della pandemia COVID-19 si sono basate soltanto sul parere di esperti.
Va sottolineata la rilevanza della pubblicazione, accettata da “ALLERGY” (impact factor:13.146), che rappresenta la rivista della società scientifica “The European Academy of Allergy and Clinical Immunology (EAACI) “.