Francesco Cognetti
Il primo rapporto sul rifiuto del vaccino contro il Covid-19 da parte dei malati di cancro in Italia
La nostra esperienza rappresenta il primo rapporto mondiale sul tasso di rifiuto della vaccinazione COVID-19 nei pazienti oncologici.
Uno studio trasversale condotto sui malati di cancro francesi prima dell’inizio della campagna vaccinale ha riportato la riluttanza a farsi vaccinare nel 16,6% dei soggetti. Il tasso osservato era superiore a quello riportato nel nostro studio basato sui rifiuti effettivi. Inoltre, nello studio francese più della metà dei pazienti era in follow-up o riceveva terapia ormonale, in contrasto con la nostra popolazione di studio, che comprendeva principalmente pazienti in trattamento attivo.
Il RR (tasso rifiuti) complessivo dell’11,2% osservato nel nostro studio può essere considerato rilevante se confrontato con quello riportato dalla stampa per gli operatori sanitari italiani (varia da 1-3,5%), anche se tale stima sembra in contrasto con il picco di 11 -15% segnalato da alcune Regioni, come Lombardia e Puglia.
È interessante notare che il RR era più che raddoppiato dopo il divieto del vaccino AZD1222, dimostrando come le decisioni delle agenzie di regolamentazione e la diffusione delle notizie da parte dei media potrebbero influenzare la volontà del paziente di vaccinarsi.
Questo aumento di RR appare molto superiore a quello (di 5 punti percentuali) riportato da un pool condotto su un campione casuale di italiani nello stesso periodo. È comprensibile che i malati di cancro possano essere stati influenzati più negativamente dalle informazioni sulla sicurezza dei vaccini perché le preoccupazioni relative alla loro fragilità erano più elevate. Infatti, l’RR era anche significativamente più alto nei pazienti con condizioni cliniche più sfavorevoli (ECOG PS 2), sebbene essi rappresentino un piccolo sottoinsieme della popolazione in studio.
Il nostro studio potrebbe risentire di alcune limitazioni, come il rischio potenziale di sottostima del tasso di rifiuto dovuto a pazienti non rintracciabili, il cui numero era tuttavia limitato, ed al disegno di studio monocentrico.
Tuttavia, l’ampia dimensione del campione studiato consente una stima affidabile dell’aderenza dei pazienti alla vaccinazione che potrà poi eventualmente essere confermata anche da altre casistiche esterne.
Data la vulnerabilità dei pazienti oncologici per gravi complicanze e mortalità legate al COVID-19, il drammatico calo di aderenza alla vaccinazione osservato si tradurrebbe in un tasso inaccettabilmente elevato di decessi altrimenti evitabili.
Le autorità sanitarie sono state chiamate ad agire per superare le esitazioni sulla vaccinazione nella popolazione oncologica e in generale, promuovendo un’istruzione adeguata e interventi psicologici. Per portare avanti una campagna vaccinale di successo, con la dovuta considerazione per i pazienti fragili, suggeriamo inoltre maggiore chiarezza nelle decisioni da parte delle agenzie regolatorie e maggiore cautela nella diffusione di notizie di potenziali allarmi di sicurezza, il cui rilascio è avvenuto troppo spesso prima di una valida revisione scientifica. La sicurezza dei farmaci e la trasparenza delle informazioni dovrebbero essere garantite per evitare la diffusione di pericolosa incertezza nell’opinione pubblica.