Giulia Landi
COVID-19 e salute mentale: il ruolo protettivo della flessibilità psicologica
La pandemia da COVID-19, ha gravemente colpito la popolazione italiana.
Infatti, le sue conseguenze sulla salute fisica e mentale, nonché i lockdown imposti dai governi a livello mondiale al fine di contenere la diffusione del virus, sono associati ad un’ampia gamma di eventi di vita stressanti e di fattori di rischio correlati, tra cui l’insorgenza di malattie, lutti, perdita del lavoro, difficoltà economiche,
isolamento sociale e assunzione di stili di vita non salutari.
In questo contesto, le persone con elevata ansia per la salute, ovvero un’eccessiva consapevolezza delle proprie sensazioni corporee, come quelle legate ad infezioni virali (es. febbre, tosse e dolori muscolari) e la persistente propensione ad attribuirle a segni di una grave condizione medica, sono a rischio di problematiche di salute mentale. Vista la tendenza ad interpretare erroneamente le sensazioni corporee come espressioni di una disfunzione somatica, le persone con elevata ansia per la salute potrebbero vivere con una profonda paura di poter contrarre il virus, spesso alimentata dall’esposizione ad una grande quantità di informazioni sulla pandemia e sulle possibili gravi conseguenze dell’infezione. Queste persone hanno, perciò, maggior rischio di sviluppo di distress peritraumatico associato al COVID-19, nonché di cambiamenti del tono dell’umore.
Considerando tali premesse, lo scopo di questo studio è stato quello di valutare il ruolo protettivo della flessibilità psicologica nel mitigare le problematiche di salute mentale nelle persone con elevati livelli di ansia per la salute. La flessibilità psicologica intesa come la capacità di accettare pensieri e sensazioni spiacevoli senza sforzarsi di volerli cambiare, ma anche senza tradurli in comportamenti disfunzionali, restando ancorati al momento presente, agendo in maniera coerente con i propri valori anche in presenza di difficoltà esterne al fine di ottimizzare l’adattamento alle circostanze in continuo cambiamento. Ad esempio, la flessibilità psicologica in persone con un’elevata ansia per la salute comporta una maggiore capacità nel concentrarsi sul momento presente facendo attenzione ai pensieri e alle preoccupazioni relativi al COVID-19, senza però investire energie nell’intento di provare a modificarli. Al contrario, tale energia può essere reindirizzata verso la realizzazione di un importante obiettivo lavorativo o familiare. Aumentare la flessibilità psicologica è lo scopo principale dell’Acceptance and Commitment Therapy (ACT), una terapia cognitivo comportamentale di terza generazione. Nel corso degli ultimi quindici anni più di 800 studi randomizzati controllati hanno indicato che gli interventi basati sull’ACT migliorano il benessere e la salute mentale sia negli adulti che negli adolescenti, nella popolazione generale ma anche in particolari popolazioni cliniche, tra cui le persone con elevata ansia per la salute. Questo studio ha ipotizzato che una maggiore flessibilità psicologica fosse associata ad una riduzione degli impatti negativi che l’ansia per la salute ha su tre variabili di salute mentale: il disagio peritraumatico
associato al COVID-19, l’ansia e la depressione. Durante il primo lockdown in Italia (M = 35,70 giorni, DS = 8,41), 944 adulti (75,5% femmine, M = 38,86 anni, DS = 13,20) hanno completato un questionario on-line che valutava le seguenti variabili: flessibilità psicologica, ansia per la salute, distress peritraumatico associato al COVID-19, ansia e depressione.
I risultati hanno evidenziato che la flessibilità psicologica sia associata ad una diminuzione degli effetti negativi che l’ansia per la salute ha sulle variabili di salute mentale. In particolare, due aspetti specifici della flessibilità psicologica: (1) osservare le esperienze interiori, quali pensieri o emozioni, piuttosto che prenderli alla lettera (defusione) e (2) l’azione basata sui propri valori personali (azione impegnata). Nel complesso, la flessibilità psicologica ha mitigato gli impatti dannosi che l’ansia per la salute ha sul distress peritraumatico associato al COVID-19, sull’ansia e sulla depressione.
I risultati di questo studio suggeriscono che le abilità per accettare, piuttosto che evitare il disagio interiore, e per agire in modo coerente con i propri valori personali più profondi e autentici, aumentano le capacità di resilienza durante le avversità. Questi risultati convergono con quelli della più ampia letteratura scientifica basata sulla flessibilità psicologica e suggeriscono che interventi su larga scala di salute pubblica che mirino ad aumentare la flessibilità psicologica possano essere utili in coloro che soffrono di elevata ansia per la salute durante la pandemia da COVID-19. Molti interventi psicologico clinici basati sull’ACT per promuovere la flessibilità psicologica e la salute mentale durante la pandemia di COVID-19 sono adatti a tale scopo.