Giuseppe Novelli
Indolo-3 Carbinolo (I3C) come antivirale nell’infezione da SARS-CoV-2
Il progresso scientifico raggiunto quest’anno deve ispirare anche ottimismo sulla possibilità di intervenire efficacemente con i vaccini già disponibili e con altri che arriveranno (attualmente 90 vaccini sono in fase di sperimentazione in vari studi clinici e almeno 27 di questi hanno raggiunto le fasi finali di la sperimentazione.
I vaccini sono il modo migliore per proteggere le persone dal Covid-19 e hanno già salvato migliaia di vite. L’approccio vaccinale è estremamente promettente e consentirà, con la prevenzione, di limitare la deriva genetica del virus. Tuttavia, è altrettanto ovvio che i vaccini non bastano e che i pazienti colpiti dalla malattia e dalle conseguenze della stessa (basti pensare alla sindrome post-covid) necessitano di farmaci antivirali efficaci.
Inoltre è possibile che in futuro, i vaccini debbano essere combinati con anticorpi monoclonali e farmaci per l’emergere di varianti del virus che potrebbero ridurre l’efficacia protettiva dei vaccini.
Negli ultimi sei mesi il nostro gruppo internazionale ha concentrato la sua attenzione sullo studio dei meccanismi di uscita del virus dalle cellule identificando nelle proteine “HECT” un target importante. In particolare membri di un sottogruppo delle HECT-E3, noto come C2 -WW-HECT (simile a NEDD4) e comprendente almeno nove membri nell’uomo (NEDD4, NEDD4L, ITCH, SMURF1, SMURF2, WWP1, WWP2, HECW1 e HECW2) si ritiene un candidato eccellente per studi clinici e farmacologici. I risultati preliminari nel nostro laboratorio hanno identificato che almeno due componenti di questa famiglia, le proteine NEDD4 e WWP1 interagiscono con SARS-CoV-2 e che sono molto attivi nelle cellule del polmone che il virus colpisce in modo preferenziale.
Abbiamo anche osservato che questi enzimi sono sovraespressi nelle cellule della mucosa orale dei pazienti con infezione da COVID-19 e nei tessuti bersaglio dei modelli murini di COVID-19. Siamo stati anche in grado di dimostrare che l’inibizione della loro attività con I3C, un inibitore naturale di NEDD4 e WWP1, inibisce l’uscita virale. Evidenza clinica per l’uso di Indole-3 Carbinol (I3C) nel trattamento di patologie dell’uomo.
L’Indolo-3 Carbinolo (I3C) è ben tollerato negli umani, come dimostrato in diversi studi clinici autorizzati negliUSA per il trattamento di forme di cancro, lupus eritematoso sistemico, infezioni da papilloma virus. La trasformazione della molecola in un farmaco richiede una serie di ricerche preliminari come test di tossicità in vitro e in vivo e farmacocinetica prima di iniziare studi su volontari sani (Fase I) e successivamente su un piccolo numero di pazienti (fase II) in modo sequenziale, dopo una prima analisi dei dati di sicurezza.
Prevediamo di avviare una fase di sperimentazione clinica in Italia che sarà condotta su un numero limitato di soggetti (circa 100 in totale in Italia di cui 58 nel primo step e 40 nel secondo). Questo studio mirerà a fornire una valutazione iniziale della sicurezza e della tollerabilità del medicinale prevedendo l’uso di I3C come aggiunta alla terapia standard. In questa fase verrà stabilita la sicurezza nel dosaggio del prodotto e valutatati i parametri PK.
La parte II della sperimentazione riguarda lo studio dose / risposta. Si prevede di reclutare 25 pazienti (15 per test e 5 controllo): saranno testati cinque livelli di dose: il livello M, il livello target corrispondente alla dose terapeutica mediana attesa negli adulti (livello T) e 3 dosi intermedie (I1, I2 e I3).
Impatto e benefici della ricerca
L’epidemia infettiva correlata alla SARS-CoV-2 è stata segnalata per la prima volta nel dicembre 2019. Con il suo potenziale di diffusione estremamente elevato, questo virus ha provocato una pandemia globale di COVID-19. Ad oggi, sono stati segnalati quasi 240 milioni di casi di infezione da SARS-CoV-2, e circa 5 milioni di decessi in tutto il mondo (Johns Hopkins University CSSE). Ci sono attualmente un totale di circa 500 studi clinici attivi con molecole farmacologicamente attive di nuova identificazione o riposizionati (https://biorender.com/covid-vaccine-tracker). I risultati derivanti da questa ricerca potrebbero fornire le conoscenze scientifiche adeguate e avviare studi clinici mirati di I3C per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2. Inoltre, consentirà di identificare biomarcatori prognostici, diagnostici e terapeutici dell’infezione da SARS-CoV-2 e sviluppare strategie terapeutiche personalizzate.
Riferimenti bibliografici: Novelli G, Liu J, Biancolella M, Alonzi T, et al., Inhibition of HECT E3 ligases as potential therapy for COVID-19. Cell Death Dis. 2021 Mar 24;12(4):310. doi10.1038/s41419-021-03513-1. PMID:33762578; PMCID: PMC7987752.