Gualtiero Walter Ricciardi
Opinioni sulla vaccinazione e fiducia nella comunità scientifica italiana
In risposta a una allarmante diminuzione della copertura delle vaccinazioni registrate nel 2016 e a seguito del riemergere dell’epidemia di morbillo nel 2017, il Governo italiano nello stesso anno ha esteso la vaccinazione obbligatoria da quattro a dieci malattie. Un acceso dibattito, guidato dal cosiddetto movimento ‘No-vax’, è sorto prima dell’emanazione della legge ed è proseguito nei mesi successivi. L’opinione della popolazione sulle vaccinazioni è un argomento poco investigato in letteratura. Il presente studio ha cercato di delineare il profilo degli italiani e delle loro diverse opinioni sui vaccini e la loro fiducia nei confronti della comunità scientifica.
Per questo studio sono stati utilizzati i dati italiani della European Social Survey (ESS), condotta in 20 Paesi negli anni 2016-2017 (Round 8). I dati della ESS sono desunti da un campione di famiglie in cui sono intervistati soggetti dai 15 anni in su. In Italia, la rilevazione è stata condotta tra settembre 2017 e novembre 2017 con un tasso di risposta del 49,8%. Il campione era costituito da 2.626 soggetti, di cui il 51,1% erano donne; 13,0% di età compresa tra 18 e 24 anni; il 63,3% tra i 25 e i 64 anni e il 23,7% di età superiore ai 65 anni. Il 49,1% degli intervistati risiedeva nelle regioni settentrionali, il 9,8% nelle regioni centrali e il 41,1% in quelle meridionali. In particolare, l’analisi si è concentrata su alcuni temi riguardanti il dibattito sociale interno. Tra le domande proposte nel modulo del questionario, due riguardavano il tema delle vaccinazioni: 1) I vaccini logorano il sistema immunitario e lo espongono a diverse malattie; 2) In tema di vaccini ci si può fidare delle raccomandazioni della comunità scientifica. Gli intervistati potevano rispondere secondo le seguenti modalità: molto d’accordo; d’accordo; né d’accordo né in disaccordo; disaccordo; molto in disaccordo; rifiuto di rispondere; non so. All’interno del questionario le caratteristiche selezionate per tracciare il profilo socio-culturale degli intervistati sono: interesse per la politica; posizionamento nel panorama politico; appartenenza ad una religione; tipologia del comune di residenza; partecipazione a lezioni, corsi o conferenze; condizione lavorativa; istruzione; genere; età.
Dall’analisi dei dati è emerso che coloro che ritengono che i vaccini siano dannosi sono il 17% degli intervistati.
Si tratta di una percentuale piuttosto elevata se confrontata con altri studi, che però andavano ad indagare la cosiddetta esitazione vaccinale, cioè coloro che davanti alla scelta se doversi vaccinare (o vaccinare i propri figli) sono dubbiosi. Nel nostro studio s’indaga l’opinione generale in tema di vaccinazioni, e la quota di chi ritiene che i vaccini siano dannosi è verosimilmente più elevata di chi si trova davanti ad una scelta reale, che magari interessa un figlio.
I contrari all’idea che i vaccini siano nocivi sono poco più del 50%, mentre la quota di chi non ha un’opinione definita (non sa, non è né d’accordo né in disaccordo) è oltre il 30%. Va notato che, anche tra coloro che non si fidano delle vaccinazioni, un’ampia percentuale confida sulla comunità scientifica rispetto a questo tema.
Si deduce che il giudizio dato sui vaccini non sia basato su ferme convinzioni, dato che la comunità scientifica ha una posizione molto netta a favore dei vaccini. L’apparente contraddizione testimonia come l’opinione espressa sia frutto di una sensazione contingente, anche in considerazione dell’aspro dibattito accesosi sul tema proprio nei mesi in cui è stata condotta l’indagine.
Dall’analisi descrittiva si evince che tra i fattori indagati, si nota una quota più elevata di intervistati che ritengono dannosi i vaccini tra le persone di mezza età, tra coloro che hanno un basso titolo di studio, tra coloro che non hanno interesse nella politica, che si dichiarano di destra, e tra chi non si preoccupa di migliorare le proprie conoscenze. Grazie al modello di regressione adottato abbiamo potuto attribuire una probabilità associata a tali condizioni in relazione con la variabile esito del modello (essere d’accordo con l’affermazione che i vaccini danneggiano il sistema immunitario). Tali probabilità sono significativamente più basse, riducendosi di circa la metà nei laureati, nelle persone con molto interesse nella politica e che si dichiarano di centro o di sinistra.
L’indagine ESS è unica nel panorama europeo per la sua capacità di analizzare temi sociali emergenti. I risultati offrono un quadro chiaro delle opinioni degli italiani sui vaccini e mettono in evidenza il ruolo chiave che può avere la comunità scientifica su questo tema. Tali informazioni possono essere utili ai policy maker per progettare campagne di vaccinazione mirate e per intervenire in modo più efficace nel dibattito pubblico.