Luigi Montano
Il Seme “Sentinella” della Salute Ambientale e Generale
Negli ultimi anni, appare sempre più evidente il ruolo dei fattori ambientali nell’influenzare lo stato di salute della popolazione e molti studi sembrano indicare nella Fertilità, in particolare maschile, la più sensibile agli inquinanti ambientali, tanto che il progressivo declino della qualità seminale che da decenni si registra sembra rappresentare lo specchio più fedele e misurabile delle conseguenze che le attività umane stanno da tempo avendo sul pianeta.
Se l’inquinamento è diffuso, ci sono aree all’interno dello stesso paese ed anche della stessa regione che presentano alte criticità ambientali e sanitarie. Lo studio SENTIERI (studio epidemiologico dei residenti nei 45 siti contaminati a priorità nazionale/regionale per le bonifiche, SIN/SIR) dell’Istituto Superiore di Sanità, è stato il primo che ha tracciato, in più rapporti, un bilancio sulla valutazione dei livelli di rischio (mortalità e morbilità) nelle comunità che vivono presso siti inquinati riconoscendo che l’esposizione ad agenti ambientali svolge un ruolo importante sulla salute pubblica.
E proprio dalla “Terra dei Fuochi”, denominazione con cui tristemente viene connotata l’area a cavallo fra la Provincia di Napoli e quella di Caserta, divenuta l’emblema della crisi ecologica del territorio in Italia nasce il progetto di ricerca EcoFoodFertility.
Un progetto di biomonitoraggio umano multicentrico e multidisciplinare che, partito come progetto di partecipazione fra scienziati, associazioni e cittadini secondo i principi della “Citizen Science”, oggi coinvolge diverse aree a rischio ambientale non solo d’Italia (Terre dei fuochi d’Italia e d’Europa) grazie alla Rete Interdisciplinare per la Salute Ambientale e Riproduttiva (R.I.S.A.R.) (https://www.ecofoodfertility.it/rete-nazionale/ricercatori) costituitasi fra ricercatori di diverse università e centri di ricerca prevalentemente pubblici. Il progetto, al fine di proporre nuovi modelli di prevenzione primaria e pre-primaria per le patologie cronico-degenerative, attraverso un innovativo metodo d’indagine scientifica, che individua nel seme maschile un indicatore particolarmente sensibile e precoce di danno ambientale e di salute generale (Seme “Sentinella” della Salute Ambientale e Generale), valuta quanto e come gli inquinanti ambientali influenzano negativamente la salute delle popolazioni che vivono in tali aree e quali misure concrete di contenimento e prevenzione adottare a livello individuale in attesa dei tempi della riqualificazione territoriale e del disinquinamento (#INTANTOMIDIFENDO).
Nel progetto vengono reclutate coorti omogenee per stili di vita di giovani maschi sani, residenti in aree a diversa pressione ambientale, valutando con un’ampia gamma di esami (contaminanti, biomarcatori ossidativi, immunologici, genetici, epigenetici, proteomici, lipidomici, metabolomici etc.) oltre alle classiche matrici biologiche, in particolare, il liquido seminale che, dalle indagini di confronto effettuate, rappresenta un indicatore precoce, affidabile ed anche potenzialmente predittivo di impatti futuri sulla salute umana, utile strumento per nuovi modelli di valutazione di impatto ambientale, sorveglianza sanitaria e prevenzione.
Nell’ambito di tale progetto, lo studio FASt finanziato dal Ministero della Salute, rappresenta il primo studio mai effettuato di comparazione sulla qualità seminale, livelli di contaminanti nel seme e sangue, analisi dello stress ossidativo ed epigenetico in giovani sani (18-22 anni) residenti in aree alto impatto ambientale (Brescia-Caffaro, Valle del Sacco nel Frusinate ed Area Nord di Napoli) completato con un modello integrato di intervento nutrizionale (dieta mediterranea) ed attività fisica moderata attraverso un Trial Clinico Randomizzato.
I risultati confermano alti rischi riproduttivi nei giovani di queste aree, ma anche come il seme maschile consente di monitorare in maniera non invasiva piani di prevenzione applicati a livello individuale (modifiche di stili di vita) suggerendo, altresì, l’efficacia della dieta mediterranea come modello di intervento per la prevenzione della infertilità maschile (il gruppo di intervento ha avuto miglioramenti significativi dei parametri seminali) e di resilienza grazie alla ricca presenza di prodotti vegetali con alto potere antiossidante e detossificante potenzialmente capaci di modulare e/o ridurre gli effetti degli inquinanti sulla salute.
Il progetto sta operando anche sul fronte femminile con la pubblicazione recente di un promettente nuovo indicatore di esposizione ambientale e numerosi in questi anni sono stati i riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale, con diverse pubblicazioni su riviste indicizzate.