Martina Barchitta
Consumo di antiossidanti e infezione da HPV
Il cervico-carcinoma rappresenta uno dei più frequenti tipi di cancro nelle donne a livello globale, associato a elevata mortalità. Secondo i più recenti dati, pubblicati dall’International Agency for Research on Cancer (IARC), nel 2018 si sono verificati circa 570.000 nuovi casi di cervico-carcinoma e 310.000 morti a livello globale.
L’infezione da Human Papillomavirus (HPV) è stata identificata come la causa necessaria ma non sufficiente a scatenare gli eventi che portano allo sviluppo delle lesioni precancerose e del tumore della cervice uterina.
Infatti, l’infezione non conduce inevitabilmente al cancro ma sono necessari altri fattori – genetici, genomici ed epigenetici, oltre che legati allo stile di vita, inclusa la dieta – per modulare il rischio di cancro una volta instauratasi l’infezione. Pertanto, sebbene le strategie preventive basate sulla vaccinazione anti-HPV e sulle campagne di screening oncologico stanno cambiando radicalmente l’epidemiologia del cervico-carcinoma, a livello globale, l’attuazione efficace della vaccinazione e dello screening rimane ancora una sfida per la sanità pubblica. Quindi è necessario generare ulteriori evidenze scientifiche a supporto di misure preventive di sanità pubblica da adottare in una più efficace strategia di prevenzione primaria contro il cervico-carcinoma anche basate sulla promozione di corretti stili di vita. Prove crescenti hanno dimostrato che l’aderenza alla Dieta Mediterranea e il consumo di cibi “sani” quali ad esempio la frutta e la verdura, nonché l’assunzione di alcuni nutrienti quali ad esempio gli antiossidanti e i folati, è associata a una diminuzione del rischio di infezione da HPV, di lesioni precancerose e del cervico-carcinoma.
In particolare, le recenti evidenze scientifiche supportano il ruolo protettivo di specifici gruppi di alimenti e di nutrienti e vitamine che, attraverso diverse vie metaboliche, porterebbero all’inibizione della proliferazione delle cellule tumorali, alla stabilizzazione di geni oncosoppressori e alla prevenzione del danno al DNA. Da anni il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Tecnologie Avanzate “G.F. Ingrassia” dell’Università degli studi di Catania, si occupa di approfondire il tema dell’epidemiologia e prevenzione dell’infezione da HPV e del cervico-carcinoma, pubblicando diversi articoli scientifici su riviste internazionali, tra le quali la recente pubblicazione del 2020 sulla rivista Nutrients dal titolo: “Dietary Antioxidant Intake and Human Papillomavirus Infection: Evidence from a Cross-Sectional Study in Italy” che riporta i risultati sul ruolo protettivo degli antiossidanti assunti con la dieta sul rischio di infezione da HPV. In particolare, i risultati pubblicati si riferiscono a quelli di uno studio epidemiologico condotto con l’obiettivo principale di valutare il ruolo della dieta sul rischio di infezione da HPV e di cervico-carcinoma, tenendo conto di altri fattori e dei profili genetici ed epigenetici, in una popolazione di donne a rischio di cervico-carcinoma reclutate presso l’Unità operativa di screening ginecologico dell’ASP 3 di Catania. Tra i principali risultati, è stato evidenziato che le donne con un elevato apporto di antiossidanti nella dieta hanno una minore probabilità di essere infettate dall’HPV ad alto rischio oncogeno rispetto a quelle con un apporto inferiore.
In particolare, l’assunzione di zinco nella dieta è stata associata ad una diminuzione del rischio di infezione da HPV ad alto rischio, probabilmente a causa delle sue proprietà immunomodulanti. Inoltre, considerando il consumo cumulativo di antiossidanti con la dieta, calcolato attraverso un apposito indice, il Composite Dietary Antioxidant Index, è stato dimostrato che le donne con il più alto indice di consumo di antiossidanti hanno una più bassa probabilità di infezione da HPV rispetto alle donne con il più basso consumo. Altri studi hanno infatti dimostrato che gli antiossidanti potrebbero esercitare un effetto protettivo contro la progressione dell’infezione, modulando la risposta immunitaria, la replicazione virale e l’espressione genica.
I risultati dello studio supportano l’importanza di una adeguata dieta che apporti tali nutrienti per la prevenzione dell’infezione e del cancro. Tuttavia, è necessario valutare, anche mediante studi epidemiologici sperimentali, randomizzati e controllati, i benefici e gli svantaggi della supplementazione di antiossidanti nelle donne a rischio di cervico-carcinoma. In conclusione, sebbene la vaccinazione contro l’HPV e lo screening organizzato contro il cervico-carcinoma costituiscono le strategie di provata efficacia per il controllo dell’infezione da HPV e del cervico-carcinoma, in termini di incidenza e mortalità associata, la storia naturale di questo tipo di cancro suggerisce la possibilità di ottenere un ulteriore beneficio, in termini di prevenzione, mediante programmi di promozione di una dieta sana.