Melissa Bersanelli
COVID-19 sintomatica nei pazienti oncologici trattati con immunoterapia
Lo studio osservazionale prospettico multicentrico INVIDIa-2 è stato pianificato per indagare l’efficacia clinica della vaccinazione antinfluenzale in pazienti con tumore solido in stadio avanzato sottoposti a immunoterapia con inibitori dei checkpoint immunitari. Lo studio, condotto in 82 centri italiani da ottobre 2019 a gennaio 2020, era stato pianificato prima della pandemia di COVID-19 e l’arruolamento dei pazienti è iniziato poco prima della prima identificazione del virus SARS-CoV-2 in Italia.
L’obiettivo principale dello studio INVIDIa-2 era quello di appurare l’efficacia della vaccinazione antinfluenzale in questa tipologia di paziente oncologico, e l’endpoint primario dello studio era costituito dall’incidenza della sindrome simil-influenzale, monitorata dal momento dell’arruolamento di ogni paziente fino al 30 aprile 2020.
Tutti gli episodi di sindrome simil-influenzale, i test di laboratorio eseguiti in caso di sintomi influenzali, le complicazioni, i ricoveri e gli episodi di polmonite sono stati registrati in modo prospettico nell’ambito di questo studio. Pertanto, lo studio ha rilevato prospetticamente anche tutti gli eventi sintomatici di COVID-19 (sindrome simil-influenzale da COVID-19). I dati riguardanti l’obiettivo primario dello studio sono stati elaborati al termine del follow-up previsto, su 1188 pazienti valutabili di 1279 arruolati. Di questi, il 48,8% aveva ricevuto la vaccinazione antinfluenzale. L’incidenza di sindrome simil-influenzale non COVID-relata era del 8,2% (98 pazienti) e non era significativamente diversa in base alla vaccinazione antinfluenzale: 8,8% nei pazienti vaccinati e 7,7% nei pazienti non vaccinati. Tuttavia, la somministrazione del vaccino era correlata a un tasso significativamente
più basso di complicanze correlate all’episodio influenzale: 11,8% nei vaccinati rispetto a 38,3% nei non vaccinati. L’ospedalizzazione era rara tra i pazienti vaccinati e la letalità era dello 0%, mentre era del 4,3% nei pazienti non vaccinati. Tra i pazienti vaccinati, quelli che ricevevano vaccini adiuvati avevano una minore incidenza episodi simil-influenzali (6,3% vs 9,7%). Gli eventi avversi al vaccino erano rari (1,5%) e di grado lieve.
I pazienti arruolati nello studio che risultavano vivi al 31 gennaio 2020, data in cui il governo italiano dichiarava l’emergenza nazionale, sono stati inclusi in un’analisi preliminare non prespecificata con l’obiettivo di indagare l’impatto della COVID-19 sintomatica in questa popolazione di pazienti. La prevalenza di casi confermati di COVID-19 è stata rilevata come episodi di sindrome simil-influenzale con conferma di laboratorio di infezione SARS-CoV-2. Sono stati raccolti anche i casi con diagnosi clinica e radiologica di COVID-19, ma in assenza della conferma di laboratorio, non sempre uniformemente disponibile sul territorio nazionale durante il primo picco di incidenza pandemica (eventi denominati, nell’ambito dello studio, come “sindromi simil-COVID”).
Dei pazienti arruolati, 955 corrispondevano ai criteri di inclusione per l’analisi preliminare COVID-19. Dal 31 gennaio al 30 aprile 2020, 66 pazienti avevano manifestato sindrome simil-influenzale: 9 dei 955 casi sono stati confermati come sindromi attribuibili a COVID-19, con prevalenza dello 0,9%, tasso di ospedalizzazione del 100% e letalità del 77,8%. Includendo 5 sindromi simil-COVID, la prevalenza complessiva di COVID-19 è stata dell’1,5%, con il 100% di ospedalizzazione e il 64% di letalità.
Confrontando i dati di sopravvivenza dallo sviluppo dei primi sintomi simil-influenzali, si evinceva una sopravvivenza mediana di soli 10 giorni per i pazienti con COVID-19; tale sopravvivenza era significativamente più breve rispetto a quella di pazienti con sindrome simil-influenzale non-COVID (mediana non raggiunta per numero irrisorio di decessi attribuiti alla sindrome influenzale).
Considerando le caratteristiche della popolazione in studio, la presenza di pazienti anziani, di sesso maschile e con ulteriori comorbidità non oncologiche era significativamente più elevata tra i pazienti vaccinati contro l’influenza rispetto ai pazienti non vaccinati, per questo motivo l’insorgenza di COVID-19 attesa poteva essere maggiore tra gli individui vaccinati. Nonostante ciò, la prevalenza di COVID-19 sintomatica è stata dell’1,2% per i pazienti vaccinati per influenza e dell’1,7% per i non vaccinati, e tale differenza non risultava statisticamente significativa. I ricercatori, in base ai dati ottenuti con questo studio, hanno concluso che la COVID-19 ha avuto un impatto clinico significativo sui pazienti con neoplasia avanzata trattati con immunoterapia, manifestandosi
con elevata prevalenza, necessità di ospedalizzazione in tutti i casi e letalità allarmante in questa popolazione.
La vaccinazione antinfluenzale non sembrava avere impatto protettivo contro la COVID-19 in questa popolazione e la vaccinazione contro SARS-CoV-2 non era ancora disponibile al momento dello studio INVIDIa-2.