Rossella D’Aloisio
Modificazioni della perfusione iridea dopo intervento per distacco di retina
Background: Il distacco di retina regmatogeno (DRR) è caratterizzato dalla separazione della neuroretina dall’epitelio pigmentato retinico per la presenza di una o più rotture retiniche ed è ancora oggi una causa frequente di disturbi della vista [1]. La chirurgia episclerale, considerata il gold standard nel trattamento di tale patologia, riaccolla gli strati retinici agendo esternamente al bulbo oculare con apposizione di una banderella di silicone [1]. E’ una tecnica efficace con bassa incidenza di complicanze. Tuttavia, alcuni studi istopatologici hanno suggerito una sua possibile connessione con la riduzione dell’apporto sanguigno alla parte anteriore dell’occhio, in particolare dell’iride [2]. L’introduzione nella pratica clinica di tecniche di imaging innovative quali l’OCT angiografia (OCTA) ha reso possibile l’analisi dettagliata della vascolarizzazione dell’occhio, sia a livello posteriore retinico che a livello anteriore irideo aprendo nuovi scenari nella diagnosi e prognosi di patologie oculari [3].
L’obiettivo primario del presente lavoro scientifico è stato quello di studiare i potenziali cambiamenti della densità di perfusione iridea (DPI) in pazienti sottoposti a chirurgia episclerale per trattamento del DRR attraverso l’analisi OCTA. Materiali e metodi: In questo studio prospettico sono stati arruolati 15 pazienti (6 donne; 9 uomini; età media di 50.3±17.6 anni) in lista per intervento di chirurgia episclerale per DRR c/o la Clinica Oculistica di Chieti, Università G. d’Annunzio Chieti-Pescara, Italia. Tutti gli interventi sono stati eseguiti dallo stesso chirurgo esperto e la retina è stata riaccollata con successo in tutti i casi. Un gruppo di pazienti sani (n=15) è stato considerato come controllo. Tutti i pazienti sono stati sottoposti, oltre che alla valutazione oftalmologica, ad analisi OCTA dell’iride (PLEX Elite 9000, Carl Zeiss Meditec Inc., Dublin, CA, USA, scansioni 9x9mm) nel preoperatorio, a 1 settimana, a 1 mese e a 6 mesi postoperatori. Le scansioni sono state elaborate (Fig. 1) al fine di quantificare la DPI in 8 differenti settori: (i) superiore, (ii) supero-temporale, (iii) supero-nasale, (iv) nasale, (v) temporale, (vi) inferiore, (vii) infero-temporale, (viii) infero nasale (Fig. 2).
Risultati: Nessun paziente ha avuto recidiva di distacco retinico e non è stata riscontrata alcuna complicanza intraoperatoria e postoperatoria. Confrontando la DPI preoperatoria con quella postoperatoria, è stata osservata una sua drastica riduzione già a 1 settimana dall’intervento nella regione iridea superonasale. Ad 1 mese di follow-up la DPI era ridotta in tutti i settori iridei analizzati (Tab.1) ad eccezione della regione iridea superiore, se comparata con i valori preoperatori. A 6 mesi dall’intervento la DPI non ha continuato a variare in maniera significativa, tuttavia si manteneva più bassa rispetto ai valori preoperatori in tutti i settori tranne che per il settore superonasale. Conclusioni: In linea con precedenti studi che avevano riportato una compromissione del flusso sanguigno oculare in seguito a manovre chirurgiche oculari, la nostra sottoanalisi topografica della vascolarizzazione della parte anteriore dell’occhio ha mostrato una riduzione del network vascolare irideo. Hayreh et al [4] furono i primi a condurre uno studio in vivo sui cambiamenti della perfusione oculare dopo intervento sul bulbo oculare. Tuttavia, il presente lavoro rappresenta la prima analisi dettagliata della vascolarizzazione iridea con OCTA in pazienti con DRR sottoposti a chirurgia. Tra le osservazioni più interessanti del nostro studio riportiamo le modificazioni nel tempo della vascolarizzazione dell’iride in seguito a chirurgia episclerale. Interessanti dati preliminari, dunque, per validare una tecnica di imaging all’avanguardia che permetterebbe di identificare precocemente in maniera assolutamente non invasiva pazienti a più alto rischio di ischemia della parte anteriore dell’occhio che può occasionalmente verificarsi dopo chirurgia per riduzione dell’apporto sanguigno a carico delle strutture oculari, verosimilmente per lo stress meccanico sui vasi che riforniscono ossigeno all’iride. Pertanto i nostri risultati supportano ulteriormente i vantaggi dell’OCTA per valutare la delicata e sottile struttura iridea e le sue alterazioni vascolari precoci durante la pratica clinica.
Bibliografia:
1. D’Amico DJ. Clinical practice. Primary retinal detachment. N. Engl. J. Med. 2008,359,2346–54.
2. Robertson DM. Anterior segment ischemia after segmental episcleral buckling and cryopexy. Am. J. Ophthalmol. 1975,79,871–4.
3. Tsen CL, et al. Imaging analysis with optical coherence tomography angiography after primary repair of macula-off rhegmatogenous retinal detachment. Graefes Arch. Clin. Exp. Ophthalmol. 2019.
4. Hayreh SS, et al. Fluorescein Iris Angiography. Arch. Ophthalmol. 1978,96,1390.