Alessandro Arrigo
Il ruolo clinico della valutazione coroideale nella miopia elevata: caratteristiche e associazione con complicanze neovascolari e atrofiche
La miopia rappresenta una epidemia in rapida crescita nella popolazione mondiale. Superare le sei diottrie di miopia aumenta significativamente il rischio di incorrere nella miopia patologica, una condizione caratterizzata dalla potenziale insorgenza di atrofia maculare e/o complicanza neovascolare. La miopia patologica rappresenta una condizione oftalmica complessa e potenzialmente invalidante caratterizzata da una significativa perdita della vista dovuta all’eccessivo allungamento dell’asse antero-posteriore dell’occhio. Questo fenomeno determina una focalizzazione errata dei raggi luminosi sulla retina, causando una visione sfocata degli oggetti lontani. È una delle principali cause di disabilità visiva in tutto il mondo e può avere conseguenze gravi sulla qualità della vita e sul benessere psicosociale dei pazienti. La miopia patologica si distingue dalla miopia fisiologica per la sua progressione anomala e per la presenza di complicanze oculari significative che possono portare a gravi compromissioni della vista. Tra le principali complicanze vi sono il distacco della retina, la degenerazione maculare, le cataratte precoci e il glaucoma, tutte patologie che possono portare alla cecità se non trattate tempestivamente. Le cause esatte della miopia patologica non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che vi sia un forte componente genetico associato a fattori ambientali come l’eccessiva esposizione alla luce solare, la mancanza di attività all’aperto durante l’infanzia e l’uso prolungato di dispositivi digitali senza pause adeguate.
Le complicanze legate alla miopia minacciano gravemente la visione del paziente, compromettendone la qualità della vita. Ad oggi è molto difficile prevedere il reale rischio di insorgenza di tali complicanze. In questo studio, ci siamo concentrati su analisi quantitative della coroide, lo strato vascolare posto al di sotto della retina, che ne fornisce il supporto metabolico, alla fine di individuare nuovi parametri clinici in grado di prevedere la possibile evoluzione atrofica o neovascolare della miopia patologica. Abbiamo considerato lo spessore della coroide, la sua morfologia lineare o cupoliforme (aspetto dome-shaped), nonchè l’omogeneicità della distribuzione degli spessori coroideali lungo le intere scansioni di tomografia ottica a radiazione coerente (OCT). Quest’ultima metodica è in grado di fornire velocemente ed in modo non invasivo immagini altamente dettagliate della retina. Sulla base di un campione di 190 occhi, abbiamo estratto i valori maggiormente associati al rischio di complicanza atrofica o neovascolare. In particolare, uno spessore coroideale minore di 40 micrometri è risultato suggestivo del rischio di sviluppare entrambe le complicanze, mentre uno spessore coroideale minore di 30 micrometri è stato maggiormente associato al rischio di atrofia maculare. La presenza di una coroide cupoliforme con disomogeneicità di distribuzione degli spessori coroideali è stata associata al rischio di sviluppare neovascolarizzazioni maculari in sede foveale, perifoveale o extrafoveale. In particolare, una coroide più spessa all’apice della cupola rispetto alla base è stata maggiormente associata al rischio di sviluppo di neovascolarizzazione con sede maculare, mentre una coroide più sottile all’apice della cupola rispetto alla base è stata maggiormente associata al rischio di atrofia maculare. La localizzazione foveale della neovascolarizzazione è stata associata al maggior deterioramento visivo, rispetto alle localizzazioni perifoveale o extrafoveale. Determinare la localizzazione delle neovascolarizzazioni è clinicamente rilevante, in quanto determina il grado di deterioramento visivo (massimo in caso di localizzazione foveale). Infine, sono stati definiti i parametri che, nonostante la presenza di miopia elevata, caratterizzano i pazienti non affetti da complicanze. Il principale take-home message dello studio è che la coroide sottile rappresenta un significativo rischio di sviluppo di complicanze legate alla miopia. Però, al fine di sviluppare una neovascolarizzazione, la coroide deve essere sottile ma non così tanto. La nostra interpretazione è che la coroide sottile rappresenti una causa di sofferenza dell’epitelio pigmentato retinico, quest’ultimo in grado di aumentare la produzione del fattore di crescita vascolare (VEGF) necessario all’innesco della complicanza neovascolare. Dall’altra parte, la presenza di uno spessore minimo coroideale è necessaria per supportare l’innesco del processo neovascolare e lo sviluppo della rete neovascolare.
In conclusione, questo studio ha fornito nuovi elementi estremamente utili per l’ottimizzazione della gestione clinica dei pazienti affetti da miopia elevata, per la stratificazione del rischio di complicanze e per la loro gestione.