Alessio Cortellini
Sequele da covid-19 correlate a sars-cov-2 omicron (b.1.1.529) in pazienti affetti da cancro, vaccinati e non vaccinati
“SARS-CoV-2 omicron (B.1.1.529)-related COVID-19 sequelae in vaccinated and unvaccinated patients with cancer: results from the OnCovid registry”, pubblicato nel corso del 2023 nella rivista The Lancet Oncology (IF 51.1). Lo studio in oggetto, si colloca nel complesso scenario della ricerca COVID-19 & Cancer, ed è uno degli ultimi articoli pubblicati dai risultati del registro OnCovid, che ha avuto una grandissima partecipazione Italiana (ClinicalTrials.gov ID: NCT04393974). Il Long-COVID è una sindrome cronica di natura “neuroinfiammatoria” che puó arrivare ad interessare dal 15% al 60% dei pazienti che guariscono dall’infezione da SARSCoV-2 nella popolazione generale, arrivando a persistere dai 6 ai 12 mesi oltre l’infezione. La sintomatologia è vaga e prevalentemente caratterizzata da astenia, fatigue cronica, tosse persistente, sintomi neuro-cognitivi e talvolta olfattori. I pazienti oncologici sono particolarmente vulnerabili al COVID-19. Sin dalle prime fasi della pandemia si è infatti dimostrato come i pazienti affetti da neoplasie riportassero dei tassi di mortalitá triplicati rispetto alla popolazione generale, con un maggior rischio di essere ospedalizzati e di sviluppare complicanze.
Il registro OnCovid includeva pazienti con storia di neoplasia solida ed ematologica (qualsiasi stadio) che sviluppavano infezione da SARS-CoV-2 confermata in laboratorio ed ha visto la partecipazione di 37 centri da 6 paesi Europei. Il primo paziente inserito è stato diagnosticato il 27 febbraio 2020, mentre l’ultimo paziente è stato diagnosticato il 31 gennaio 2022. In una precedente analisi abbiamo giá dimostrato come circa il 15% dei pazienti oncologici che sopravvivono all’infezione attiva, possa sviluppare sequelae a lungo termine e long COVID, e come proprio questi pazienti possano risentirne particolarmente. Infatti, pazienti che avevano sequelae post COVID avevano una sopravvivenza piú breve e piú frequentemente andavano in contro ad una discontinuazione delle cure oncologiche a causa del deterioramento clinico dovuto al long COVID.
In particolare l’analisi in oggetto si propone di studiare l’efficacia e la sicurezza delle vaccinazioni anti SARSCoV- 2 nei pazienti oncologici affetti da neoplasia avanzata ed in trattamento attivo, nel corso delle fasi evolutive tardive della pandemia (e.g. dominate dalla variante Omicron) e l’impatto delle vaccinazioni oltre la mortalitá da COVID-19 stessa, cioè nel prevenire le sequele ed il “long COVID”, perché nel progressivo ritorno alla normalitá pre-pandemica, proteggere i pazienti oncologici significa anche tutelare la loro continuitá di cura oncologica. Il cut off per il taglio dei dati e del follow-up per l’analisi in questione è stato il 30 giugno 2022.
In questo studio sono stati valutati 1909 pazienti affetti da neoplasia solida ed ematologica, che hanno sviluppato l’infezione da SARS-CoV-2, guarendo, e che sono poi stati rivalutati clinicamente presso i centri partecipanti.
Nel complesso, il 16.6% dei partecipanti riportava almeno una sequela post COVID-19, con una maggior prevalenza di sequele fra i pazienti che avevano sviluppato il COVID-19 nelle fasi precoci di pandemia, rispetto a quelli diagnosticati durante le fasi tardive. Lo studio della prevalenza di “long COVID” per categorie di vaccinazioni ha evidenziato come i pazienti che prima di sviluppare il COVID-19 avevano ricevuto una dose booster o almeno un ciclo vaccinale completo, riportavano significativamente meno sequele dei pazienti mai vaccinati (7.4%, 9.8% vs 18.5%, p<0.01). Simili risultati si sono evidenziati per quanto riguarda le sequele respiratorie (4.4%, 6.0% vs 9.9%, p=0.03) e la fatigue (2.2%, 5.4% vs 7.7%, p=0.03) nello specifico. Le analisi multivariate hanno ulteriormente confermato questi risultati, confermando che la precedente vaccinazione era associata ad una riduazione significativa del rischio di sviluppare “long COVID” (Odd Ratio 0.41, 95%CI: 0.24-0.69).
Con un’ulteriore analisi, abbiamo anche ulteriormente confermato come l’esperienza di sequele post COVID-19 fosse indipendentemente associata ad una prognosi oncologica peggiore, essendo associata ad un incremento significativo del rischio di decesso post COVID-19 (Hazard Ratio 1.39, 95%CI: 1.10-1.74). Inoltre, anche in questo aggiornamento, fra i pazienti che erano in trattamento attivo al momento dell’infezione da SARS-CoV-2, il riscontro di long COVID-19 era anche piú frequentemente associato ad una interruzione permanente e/o riduzione delle cure oncologiche dopo la risolutazione del COVID-19 (18.4% vs 12.1%, p=0.01).
Il nostro studio dimostra che anche fra i pazienti oncologici, inclusi quelli con malattia avanzata ed in trattamento attivo, i vaccini anti SARS-CoV-2 esercitano un’azione protrettrice che si estende oltre il COVID-19 stesso, fino ad avere un effetto protettivo nei confronti del long COVID. Questo garantisce una più rapida ripresa della continuità di cura oncologica e tutela la prognosi dei pazienti.