Dionisio Silvaggio
Utilizzo di guselkumab per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave: dati in real-life ad 1 anno
Il nostro studio ha indagato l’efficacia e la sicurezza dell’utilizzo del farmaco biotecnologico anti-interleuchina 23 guselkumab nella psoriasi a placche. È stato il primo studio pubblicato sulla real-life con dati a 52 settimane, questo ha permesso di corroborare I dati degli studi registrativi presenti in letteratura.
La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica cutanea che colpisce il 2-3% della popolazione mondiale. Le terapie biologiche come gli inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF), dell’interleuchina (IL) 12/23 e gli inibitori dell’IL-17 hanno rivoluzionato la gestione della psoriasi da moderata a grave, consentendo a un’alta percentuale di pazienti di ottenere la clearance cutanea completa. Ciononostante, molti pazienti non vengono ancora trattati, non rispondono o manifestano tossicità correlate al trattamento. Per i pazienti con psoriasi da moderata a grave è altamente auspicabile ottenere un adeguato controllo della malattia a lungo termine con la somministrazione continua di trattamenti sicuri ed efficaci.
Guselkumab è un anticorpo monoclonale che si lega alla subunità p19 dell’IL-23 inibendola. Questo ha dimostrato di essere altamente efficace e ben tollerato per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave. Esistono differenze tra i risultati derivati dagli studi clinici e la pratica clinica quotidiana, a causa dei restrittivi criteri di selezione dei pazienti ed alle condizioni di esecuzione degli studi registrativi.
Inoltre, i dati di efficacia che valutano l’uso di guselkumab nella pratica clinica reale sono limitati, in particolare quelli a lungo termine. Nel presente studio, abbiamo valutato l’efficacia di guselkumab in pazienti con psoriasi a placche moderata-grave trattati presso l’Unità di Dermatologia del Policlinico Tor Vergata. Abbiamo esaminato retrospettivamente un database di 52 pazienti, trattati con guselkumab (100 mg, s.c.) e seguiti per un anno. La gravità della malattia e la risposta al trattamento sono state valutate dall’indice internazionale validato Psoriasis Area Severity Index (PASI) al basale ed alle settimane 4, 12, 20, 28, 36, 44 e 52. L’efficacia clinica è stata valutata utilizzando i PASI 75 90 e 100 (una riduzione del 75%, 90%, 100% del punteggio PASI) nei seguenti momenti: 4, 12, 20, 28, 36, 44 e 52 settimane. Sono stati valutati inoltre i casi di inefficacia primaria (mancato raggiungimento del PASI 75 dopo 16 settimane di trattamento) o secondaria (perdita del PASI 75 dopo 16 settimane di trattamento). La sicurezza e la tollerabilità (inclusa la presenza di eventuali eventi avversi) di guselkumab sono state monitorate lungo tutta la durata dello studio. Sono stati infine monitorati i parametri vitali e gli esami di laboratorio.
I predittori di una risposta PASI sono stati valutati mediante regressione univariata e multivariata. Il trattamento con guselkumab ha ridotto il punteggio del PASI medio da 20 ± 13,3 al basale a 4,4 ± 4,7 e 2,7 ± 3,9 a 12 e 20 settimane, rispettivamente. A 28 settimane, il 90% dei pazienti ha raggiunto un punteggio PASI di ≤3 e questo è stato mantenuto fino ad un anno nell’84,2% dei pazienti. A 12 settimane, la risposta PASI 75, 90 e 100 è stata raggiunta rispettivamente nel 68%, 36% e 18% dei pazienti, mentre a 20 settimane, la risposta PASI 75, 90 e 100 è stata raggiunta rispettivamente nel 79,1%, 62,8% e 46,5% dei pazienti.
A un anno, la risposta PASI 75, 90 e 100 è stata raggiunta rispettivamente nell’84,2%, 78,9% e 63,2% dei pazienti. Nessun paziente ha lasciato lo studio per inefficacia primaria o secondaria. Nel corso del follow-up di un anno sono stati identificati specifici sottogruppi di pazienti che hanno risposto meglio alla terapia. Questi includevano pazienti senza comorbilità, pazienti naïve ai farmaci biologici e quelli con meno di tre malattie in comorbidità e/o precedenti trattamenti biologici (combinati). L’analisi di regressione multivariata graduale ha rivelato che il precedente trattamento biologico e la presenza di comorbidità erano associati a una risposta più scarsa tra le 28 e le 44 settimane; tuttavia, la presenza di obesità di per sé non era associata a una risposta più scarsa. La valutazione della sicurezza e della tollerabilità per tutta la durata dello studio ha rivelato che il trattamento con guselkumab è stato generalmente ben tollerato senza evidenza di tossicità cumulativa o tossicità d’organo.
Nessun paziente ha abbandonato lo studio a causa di eventi avversi. I test clinici di laboratorio ed il monitoraggio dei parametri vitali non hanno mostrato alterazioni significative. Anche le aree difficili da trattare sono migliorate già alla settimana 12. Guselkumab è dunque risultato efficace e sicuro nei pazienti con psoriasi cronica moderata-grave nella comune pratica clinica, confermando i dati risultanti dai trial clinici registrativi.