Giorgio Bogani
Aggiunta dell’immunoterapia al trattamento di prima linea del cancro dell’endometrio avanzato e metastatico
Il tumore dell’endometrio rappresenta la neoplasia ginecologica più diffusa nei paesi occidentali. Sebbene negli stadi iniziali questa neoplasia si presenta il più delle volte come una malattia indolente, negli stadi avanzati le possibilità di cura sono limitate.
L’immunoterapia rappresenta una delle principali innovazioni per il trattamento delle neoplasie uterine. Diversi studi hanno esplorato il potenziale dell’integrazione dell’immunoterapia nel trattamento di prima linea a base di chemioterapia.
Un solido razionale biologico supporta il potenziale sinergico tra immunoterapia e chemioterapia.
Questo razionale deriva dalla morte delle cellule tumorali, una riduzione dei mediatori immunosoppressivi e un aumento dell’espressione degli antigeni tumorali riconosciuti e mirati dal sistema immunitario.
Nel 2023 sono stati pubblicati i risultati preliminari di 4 studi randomizzati che comparano chemioterapia e immunoterapia vs. chemioterapia nel trattamento in prima linea dei tumori uterini. I dati aggregati di 2320 pazienti provenienti da questi studi confermano l’adozione della chemioterapia insieme all’immunoterapia, suggerendo un miglioramento significativo nella sopravvivenza libera da progressione rispetto alla sola chemioterapia in tutti i gruppi di pazienti. I benefici nella sopravvivenza libera da progressione sono più pronunciati nei tumori instabili.
Questo beneficio, sebbene meno robusto, persiste nel gruppo di tumori stabili. I dati aggregati indicano inoltre che la chemioterapia più l’immunoterapia migliora la sopravvivenza globale rispetto alla sola chemioterapia in tutti i pazienti. Tuttavia, la maturità dei dati sulla sopravvivenza globale rimane bassa.
L’incorporazione dell’immunoterapia nel trattamento iniziale del carcinoma endometriale avanzato e metastatico comporta un sostanziale miglioramento degli esiti oncologici, specialmente all’interno del sottogruppo instabile. Questo specifico sottogruppo è attualmente un punto focale di indagine per valutare il potenziale di regimi senza chemioterapia. Analisi esplorative in corso mirano a identificare i pazienti non rispondenti idonei per l’inclusione in studi clinici.