Pasquale Tondo
Mortalità nella sindrome delle apnee ostruttive nel sonno e nella sindrome overlap
La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) è una patologia comune ed eterogenea causata da ripetuti collassi delle vie aeree superiori durante il sonno, associati a eventi di ipossia intermittente. Tale sindrome può essere associata alla broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), che rappresenta una delle principali cause di mortalità a livello globale. La presenza concomitante di queste due patologie è nota come Overlap Syndrome (OS) e comporta un peggiore outcome rispetto alle patologie considerate singolarmente. Nonostante l’elevata prevalenza dell’OSAS e della BPCO, sono pochi gli studi che confrontano la mortalità tra OSAS e OS, e, di questi, nessuno ha analizzato i fattori di rischio di mortalità nel corso di un follow-up superiore a 10 anni. Pertanto, abbiamo condotto uno studio su soggetti afferenti all’ambulatorio dedicato ai disturbi respiratori in sonno (DRS) della S.C. di Malattie dell’Apparato Respiratorio, A.O.U. Policlinico Foggia, dal 2005.
I pazienti con diagnosi di OSAS o OS, che hanno completato un follow-up di 15 anni a gennaio 2023, sono stati inclusi dello studio. Ciascun paziente ha svolto diversi esami e risposto a questionari validati, come l’Epworth Sleepiness Scale (ESS), per la valutazione del rischio di DRS. La diagnosi di OSAS è stata posta dopo esame poligrafico notturno, svolto e refertato secondo le raccomandazioni dell’American Academy of Sleep Medicine (AASM). I pazienti, inoltre, hanno eseguito le prove di funzionalità respiratoria e emogasanalisi, secondo le lineeguida internazionali, per la diagnosi di BPCO e la valutazione degli scambi gassosi. Di tutti i pazienti sono stati analizzati il tasso di mortalità a 15 anni e i fattori di rischio correlati ad essa. I pazienti sono stati esclusi dallo studio per i seguenti motivi: diagnosi di asma, sindrome delle apnee centrali in sonno, malattie neuromuscolari e sindrome da obesità-ipoventilazione.
Lo studio ha coinvolto 501 pazienti, dei quali il 72% maschi, con un’età media di 59,36 ± 13,63 anni. Il 68% della popolazione era obesa, con un BMI medio di 33,97 ± 7,70 kg/m2. Circa l’85% della popolazione era affetta da OSAS, mentre il restante 15% da OS. Gli esami poligrafici notturni hanno stimato un apnea-hypopnea index (AHI) medio di 44,92 ± 24,93/h, con presenza di un DRS moderato-severo nel 90% dei casi. Nel 74% dei casi, i pazienti presentavano ipossiemia notturna. Le principali comorbilità riportate erano ipertensione (64%), malattie cardiovascolari croniche (28%) e diabete (24%). Il tasso di mortalità complessivo a 15 anni era del 26% (il tasso era del 23% per i pazienti con OSAS e del 42% per quello con OS). I fattori di rischio di mortalità riscontrati mediante analisi di regressione logistica univariata sono stati i seguenti: età maggiore di 65 anni, ipossiemia notturna, multimorbilità, forced expiratory volume in 1st second (FEV1) <50% del predetto e necessità di ossigenoterapia supplementare. Tuttavia, l’analisi multivariata ha evidenziato che solo l’età superiore ai 65 anni e la funzione respiratoria compromessa erano fattori di rischio significativi per l’aumento del tasso di mortalità.
Analizzando le singole patologie, è stato riscontrato che, nei pazienti con OSAS, i fattori di rischio includevano l’età e l’ipossiemia notturna, mentre l’aderenza alla terapia notturna con continuous positive airway pressure (CPAP) risultava essere un fattore protettivo. Nei pazienti con OS, invece, età e FEV1 <50% del pred. erano i fattori di rischio di mortalità.
Successivamente, abbiamo analizzato i pazienti con età inferiore a 65 anni (N=305). L’analisi ha dimostrato che la mortalità a 15 anni era del 26% per i pazienti con OS e del 23% per quelli con OSAS. I pazienti con OS erano più anziani e riportava un maggior numero di comorbilità rispetto a quelli con OSAS. Inoltre, la ricerca di fattori di rischio di mortalità ha confermato che l’ipossiemia notturna era un fattore di rischio, mentre l’aderenza alla CPAP riduceva il rischio di mortalità.
In conclusione, lo studio ha esaminato pazienti con OSAS e OS, dimostrando che i pazienti con OS avevano un tasso di mortalità più alto rispetto a quelli con sola OSAS. I principali fattori di rischio identificati sono una funzione polmonare compromessa per OS e ipossiemia notturna per OSAS, con l’età oltre i 65 anni come fattore di rischio comune. Tuttavia, una volta esclusa l’età come fattore confondente, l’ipossiemia notturna è risultato essere il principale fattore di rischio di mortalità. L’aderenza alla terapia con CPAP, invece, si è dimostrata efficace nel ridurre tale rischio. Identificare in anticipo i soggetti a rischio di mortalità potrebbe prevenire le gravi conseguenze delle patologie studiate; tuttavia, per confermare definitivamente i nostri risultati a lungo termine, sono necessari ulteriori studi che includano un confronto tra OSAS, BPCO e OS su campioni più ampi.