Stefania Basili
Aderenza alla dieta mediterranea nella prevenzione degli eventi cardiovascolari maggiori nei pazienti con cardiopatia ischemica: lo studio eva
L’adesione a modelli alimentari sani, come la dieta mediterranea (Med-diet), è fortemente raccomandata per il mantenimento della salute cardiovascolare.
Tuttavia, i fattori che determinano l’adesione a questa dieta e la sua importanza nella prevenzione secondaria delle malattie cardiovascolari sono ancora poco chiari.
Lo studio si è posto l’obiettivo di valutare l’influenza dei fattori sessuali e psico-socio-culturali (cioè, correlati al genere) sull’adesione alla Med-diet e il suo ruolo nella prevenzione degli eventi cardiovascolari maggiori nei pazienti con cardiopatia ischemica.
Lo studio ha coinvolto 503 adulti consecutivi con cardiopatia ischemica, analizzando la loro adesione alla dieta mediterranea e raccogliendo dati sugli eventi cardiovascolari maggiori durante un follow-up a lungo termine.
I risultati hanno mostrato che un punteggio alto al Bem Sex-Role Inventory maschile (cioè, tratti della personalità maschili) e una buona capacità funzionale fisica erano associati a una maggiore adesione alla dieta mediterranea. Al contrario, la convivenza con un fumatore e l’inattività fisica erano associate a una minore adesione.
Durante un follow-up mediano di 22 mesi, 48 partecipanti hanno sperimentato eventi cardiovascolari maggiori.
Le percentuali di questi eventi erano del 17,5% tra i pazienti con bassa adesione, dell’8,1% tra quelli con media adesione e del 3,9% tra quelli con alta adesione alla Med-diet.
L’analisi multivariata di regressione di Cox ha confermato che una maggiore adesione alla dieta mediterranea è inversamente associata agli eventi cardiovascolari maggiori, anche dopo aver aggiustato per tutti i fattori di confondimento.
Lo studio suggerisce che i fattori correlati al genere giocano un ruolo significativo nel mantenimento di un modello alimentare sano. Pertanto, migliorare l’adesione alla dieta mediterranea può significativamente ridurre il rischio di ricorrenza di eventi cardiovascolari nei pazienti con cardiopatia ischemica.